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dai GIORNALI di OGGIPresentate a milano le "camicie grigie" di Gaetano Saya L'Msi lancia le "ronde nere" Sul basco l'aquila imperiale Pattuglieranno le strade nell'ambito del ddl sicurezza. Minniti (Pd): delirio. Donadi: "Ricordano le SS" 2009-06-14 |
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Il mio Commento:
L'Evento si commenta da solo.
Eccoti servito le ronde che vorrebbero difendere la legalità al posto delle Istituzioni.
Io preferisco milioni di volte la Polizia di stato, i Carabinieri, la Finanza, la Forestale, ecc. e tutte le istituzioni.
Ma di grazia, se esiste finanche la Polizia Municipale, con fior di Generali, perché istituire le ronde ?
Perché dobbiamo regalare altri soldi alla polizia privata, se manca l'essenziale per far funzionare la pubblica, oltre al fatto che ora si vogliono impedire le intercettazioni per prevenire e reprimere i delitti e la delinquenza.
L'operaio, Il pensionato, l'ammalato, il disoccupato, lo studente, la gente comune, l'imprenditore, il commerciante, l'artigiano non teme le intercettazioni, forse qualcun altro si !
A meno che qualcuno pensa ad una forza civile per marciare su Roma Capitale, per difendere la Democrazia dall'attuale libertà di stampa, dall'attuale magistratura, dall'attuale opposizione che i nostri padri, insieme al mondo libero, ci hanno regalato con la guerra di liberazione e che da 60 anni ci hanno consentito di vivere il periodo più lungo di pace e sviluppo che l'Italia ed il mondo ricordi ?
Per. Ind. Giacomo Dalessandro
CORRIERE della SERA
per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-06-14 LE "CAMICIE GRIGIE" AVREBBERO DOVUTO AGIRE NELL'AMBITO DEL DDL SICUREZZA La procura indaga sulle "ronde nere" dell'Msi. La replica: "Andiamo avanti" Ipotesi di apologia di fascismo per il gruppo di volontari presentato sabato da Gaetano Saya * NOTIZIE CORRELATE * L'Msi lancia le "ronde nere", sul basco l'aquila imperiale * Saya e l’incubo sicurezza. Dossier falsi in salsa SS M. Imarisio MILANO - La Procura di Milano ha disposto un'indagine, tramite la Digos, sulle ronde nere presentate sabato da Gaetano Saya. Nei prossimi giorni il procuratore aggiunto, Armando Spataro, formalizzerà nei confronti dei promotori l'accusa di violazione della legge Scelba: in sostanza, potrebbero essere contestati i reati di apologia del fascismo e ricostituzione del partito fascista, ai sensi della legge del 1952. L'iniziativa arriva poche ore dopo la presentazione, avvenuta a Milano, della "Guardia nazionale italiana", il gruppo di "camicie grigie" composto per un terzo da ex membri delle forze dell'ordine, legato al nuovo Msi di Gaetano Saya. "ANDIAMO AVANTI" - Pronta la reazione da parte dei vertici del nuovo Msi: "La Guardia nazionale italiana è una onlus regolarmente registrata, come prescrive la legge e non crediamo ci possa essere alcun tipo di reato", ha dichiarato il vicepresidente della "Guardia nazionale italiana" Maurizio Monti. "Noi andiamo avanti, a meno che i tribunali ci dimostrano che abbiamo commesso dei reati. È giusto che la magistratura indaghi, ma l'importante è che lo faccia con senso di giustizia. Se dovessimo avere avvisi dalla Procura i nostri legali prenderanno le dovute cautele del caso". I VOLONTARI - Alla presentazione di sabato i vertici nazionali dell’Msi avevano annunciato che ci sarebbero a disposizione 2.100 volontari in tutto il Paese, concentrati soprattutto in Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia. "La Guardia nazionale è un’iniziativa apolitica", precisavano, nell’ambito dell’attività del nascente Partito Nazionalista italiano guidato da Gaetano Saya. Lo stesso Saya ha descritto la divisa ideata per le ronde: camicia grigia con cinturone e spallaccio neri, cravatta nera, pantaloni grigi con banda nera laterale, basco o kepì grigio con il simbolo dell'aquila imperiale romana, la scritta "SPQR" e il motto "Domine dirige nos". L'equipaggiamento completo prevede elmetto, anfibi neri, guanti di pelle e una grossa torcia elettrica di metallo nero. 14 giugno 2009
Presentate a milano le "camicie grigie" di Gaetano Saya L'Msi lancia le "ronde nere" Sul basco l'aquila imperiale Pattuglieranno le strade nell'ambito del ddl sicurezza. Minniti (Pd): delirio. Donadi: "Ricordano le SS" Un delegato in divisa al convegno (Ansa) Un delegato in divisa al convegno (Ansa) MILANO - Sono pronte a debuttare le ronde della "Guardia nazionale italiana", già ribattezzate "ronde nere", pronte a pattugliare le strade 24 ore su 24, affiancando le "ronde padane" non appena sarà in vigore il disegno di legge sulla sicurezza approvato dal Parlamento. L'Associazione onlus "Guardia nazionale italiana" è stata presentata sabato mattina a Milano durante il primo convegno nazionale del Movimento sociale italiano - Destra italiana. Per ora, spiegano i vertici nazionali dell’Msi, ci sono a disposizione 2.100 volontari in tutto il Paese, concentrati soprattutto in Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia. La Guardia nazionale è un’iniziativa apolitica, precisano, nell’ambito dell’attività del nascente Partito Nazionalista italiano guidato da Gaetano Saya, rinviato a giudizio nel 2004 per propaganda di idee fondate sulla superiorità e l'odio razziale, diffuse attraverso il sito Destranazionale.org. LA DIVISA - In un'intervista realizzata da "Peacereporter" l'ispiratore politico Gaetano Saya, ha detto: "Abbiamo superato ampiamente le duemila adesioni. Ogni giorno ne arriva una valanga di nuove, soprattutto ex appartenenti alle forze dell'ordine". Saya ha descritto la divisa che indosserà chi farà le ronde: camicia grigia con cinturone e spallaccio neri, cravatta nera, pantaloni grigi con banda nera laterale, basco o kepì grigio con il simbolo dell'aquila imperiale romana. Il loro equipaggiamento completo prevede elmetto, anfibi neri, guanti di pelle e una grossa torcia elettrica di metallo nero. "LA POLITICA NON C'ENTRA" - "La nostra funzione sarà esclusivamente di segnalazione, per comunicare qualsiasi problema alle forze dell'ordine - spiega Giuseppe Giganti, coordinatore nazionale delle Guardie -. Costituiamo una Onlus, inquadrata come Protezione civile, a cui tutti possono accedere, anche chi è di sinistra perché la politica non c'entra". Dei volontari finora raccolti, circa il 30% sono ex appartenenti alle Forze dell'ordine, dislocati in tutto lo Stivale, dalla Lombardia alla Sicilia, con un'ottantina di iscritti fra Milano e Provincia. Assicurano di non avere alcun pregiudizio razziale perché "che sia un italiano o un extracomunitario a creare problemi non fa differenza", né simpatie verso il fascismo, "un'ideologia anacronistica che fa parte della storia", dice Giganti. Simboli e divisa "dicono chi siamo, allo stesso modo di polizia e carabinieri, e servono a essere riconosciuti come ronde, non per spaventare, altrimenti siamo pronti a modificare l'abbigliamento" precisa Roberto Guerra, coordinatore delle Guardie di Genova. A livello politico, l'Msi (insieme al nascente Partito Nazionalista Italiano che rimarrà però legato solo al Nord Italia) punta ad affermarsi come "la nuova destra conservatrice di Berlusconi che in Italia è tutta da rifare" spiega la neo-presidente nazionale Maria Antonietta Cannizzaro, moglie di Saya. "Sosteniamo il Pdl e manteniamo buoni rapporti con la Lega, con cui condividiamo tante idee e speriamo di collaborare" ha concluso la Cannizzaro. MINNITI: "SCONCERTANTE DELIRIO" - "Come volevasi dimostrare. Adesso arrivano le camicie grigie promosse dall'Msi che si affiancano alle camicie verdi. Si sta rivelando del tutto esatta la previsione di una cattiva partitizzazione della sicurezza nel nostro Paese", afferma in una nota il responsabile Sicurezza del Pd Marco Minniti. "L'idea che il controllo del territorio possa essere affidata ad associazioni, milizie che si identificano con un colore politico, è un colpo al cuore ai principi di ogni democrazia liberale. La previsione era sin troppo facile. Ora si faccia qualcosa per fermare questo sconcertante delirio". DONADI: "RICORDANO LE SS" - Per il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi, "a Milano è avvenuto un fatto gravissimo e pericoloso: le camicie grigie presentate dall'Msi ricordano le camicie nere e quelle di Ernst Rohm, che fondò le Sa, da cui nacquero le Ss. Le ronde dell'Msi rievocano la più terribile pagina della storia europea dell'ultimo secolo. Un'offesa alla nostra storia ed alla democrazia. Questo episodio rende ancor più evidente che il testo sulla sicurezza che legittima le ronde è sbagliato e che si sta avverando quanto avevamo previsto: il proliferare di gruppi d'azione di ispirazione politica". Alla luce di questo episodio "il governo deve fare marcia indietro: la sicurezza dei cittadini deve essere garantita dalle forze dell'ordine, cui vanno destinati più fondi. Le ronde sono inutili per tutelare i cittadini e pericolose". 13 giugno 2009
Un personaggio da commedia all'italiana Saya e l’incubo sicurezza Dossier falsi in salsa SS Quando fu accusato di avere una polizia parallela disse: siamo in 300. Non erano più di 30 * NOTIZIE CORRELATE * L'Msi lancia le "ronde nere". Sul basco l'aquila imperiale Gaetano Saya al termine del suo interrogatorio di garanzia nel 2005 Gaetano Saya al termine del suo interrogatorio di garanzia nel 2005 "Certo che è bello" diceva al telefono. L’agente in ascolto non poté esimersi dal sottolineare il tono di voce. Rapito, estasiato, scrisse. Era il marzo 2005 e nella casa di Firenze Gaetano Saya contemplava il simbolo della sua "Polizia parallela". Due serpenti attorcigliati a una spada che sul manico ha una rosa dei venti in stile Nato. Quella era l’unica modifica al disegno originale, che invece aveva una svastica e non per caso, trattandosi dello stemma delle Ss croato-bosniache create da Adolf Hitler. "Gente veramente con le palle" sottolineava lui nella succitata conversazione. Fu arrestato quattro mesi dopo. Le divise della Guardia nazionale italiana, peraltro identiche a quelle dei surreali nazisti dell’Illinois indimenticati protagonisti del film sui Blues Brothers, non sono che l’ultimo di una serie di piccoli ma sentiti omaggi al Terzo Reich. Gaetano Saya, nato a Messina il 24 aprile 1956, "cresciuto dall’amato nonno Matteo Francesco Gesuino che aveva servito nel Regio esercito ed era stato presente alla marcia su Roma, il quale gli aveva inculcato l’amore per la patria ", così scrive di sé in una sua asciutta biografia, è tornato tra noi. "Fascista, ma fascista vero, fascistissimo che la Alessandra Mussolini ci fa schifo perché è una moderata del c..." diceva ai tempi della Dssa, Dipartimento studi strategici antiterrorismo, la sua precedente creatura. Il giorno che venne scoperta, fu improvvidamente definita da tutti i media come una polizia parallela, una sorta di servizio che più deviato non si poteva. Sostenevano di essere in 300, erano meno di 30. Quando l’ordinanza d’arresto di Saya e dei suoi proseliti divenne di pubblico dominio, si capì che le istituzioni democratiche del Paese avrebbero comunque tenuto senza grossi problemi. Le intercettazioni sono un inno al pecoreccio, con i nomi dei principali politici italiani oggetto di rime baciate a sfondo sessuale. L’Ugo Tognazzi di Vogliamo i colonnelli in versione Alvaro Vitali. Nelle conversazioni registrate compare addirittura un generale, tale Gilberto, ma in realtà è Riccardo Sindoca, il socio di Saya, che parla camuffando la voce. Gli inquirenti scrivono che tutti gli altri affiliati ne conoscono bene la vera identità, "ma lasciano fare, con atteggiamento comprensivo". La Dssa non faceva altro che preparare dossier falsi, regolarmente spediti a organi di stampa e istituzioni, dal comando generale dei carabinieri al Vaticano. Nei fatti, vendeva paura e in qualche caso trovava acquirenti. Lo scorso 28 maggio la procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio di Saya e di altre 20 persone della "piccola Gladio". L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata all’usurpazione di titolo oltre, in vari casi, all’illecito uso d’informazioni riservate tratte dalle banche dati del Viminale. Nelle sue note autobiografiche, tra qualche verità e molte bugie, Saya racconta di essere stato ingaggiato a 18 anni dai servizi segreti della Nato. Non risulta, così come è dubbia la sua partecipazione alla prima Gladio. Nel 1997 testimonia al processo Andreotti affermando che il senatore è il mandante dell’omicidio Dalla Chiesa. A porte chiuse, lo fanno spogliare per verificare se, come sostiene, ha un tatuaggio sotto l’ascella sinistra che certificherebbe la sua appartenenza a un’organizzazione massonica legata ai servizi. Alla fine il presidente Francesco Ingargiola non nasconde la sua perplessità. "Sinceramente, non abbiamo ancora capito chi è questo signore". Nel 2004 viene indagato per propaganda di idee fondate sulla superiorità e l’odio razziale, diffuse attraverso un sito collegato al Nuovo Msi, partito che dirige assieme alla moglie Maria Antonietta Cannizzaro. Le disavventure giudiziarie non lo fanno recedere dall’agone politico. Nel 2006 si candida alle elezioni con un programma ben preciso. "Espellere tutti gli immigrati, che sono un pericolo per la purezza della nostra razza. I finocchi invece possono lavorare tranquillamente, ma devono rimanere il più possibile nascosti. La loro presenza, purtroppo, devia la nostra società ". Tra le sue molteplici attività si segnalano le mail minatorie inviate nottetempo a Furio Colombo. Il Partito nazionalista italiano — e non dell’Illinois — costituisce il naturale approdo di questo bizzarro personaggio. Le sue ronde superano a destra anche le Sss, Soccorso sociale e sicurezza, fondate a Massa Carrara da un gruppetto di persone che vanta tra le sue file un ex capitano della Folgore e alcuni universitari che aderiscono ad associazioni vicine a Forza Nuova. Per fare una prova servono tre indizi. Aspettiamo il terzo. Marco Imarisio 14 giugno 2009 |
REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2008-06-14 Disposti accertamenti sul gruppo. L'ipotesi di reato potrebbe essere apologia del fascismo L'Udc al Senato: "Presenteremo un'interpellanza chiedendo al governo di vietarle" Ronde nere, indagine procura di Milano Msi: "Nessun reato. Andiamo avanti" Il sottosegretario agli Interni Mantovano: "Con il ddl sicurezza saranno impossibili" Ribattono i funzionari di polizia: "Non si potranno sciogliere se non sarà previsto" Ronde nere, indagine procura di Milano Msi: "Nessun reato. Andiamo avanti" L'uniforme della Guardia nazionale italiana, presentata ieri dal Msi a Milano MILANO - La procura di Milano ha disposto accertamenti da parte degli agenti della Digos sulle cosiddette ronde nere, il gruppo che vorrebbe collaborare con le forze dell'ordine in tema di sicurezza e che è stato presentato ieri a Milano, durante un convegno del Nuovo movimento sociale italiano. "Noi andiamo avanti, a meno che i tribunali ci dimostrano che abbiamo commesso dei reati", ribattono i diretti interessati. Il sottosegretario agli Interni Mantovano: "Una volta approvato il ddl sicurezza le 'ronde nere' saranno impossibili". L'associazione funzionari di polizia: "Non è vero". L'Udc annuncia una interpellanza al Senato. L'indagine di Milano. Allo stato, negli accertamenti stati disposti dal procuratore aggiunto Armando Spataro, capo del pool antiterrorismo, d'intesa con il procuratore Manlio Minale, non ci sono indagati. Non c'è nemmeno una ipotesi di reato che, comunque, potrebbe essere quella di una violazione delle legge Scelba che punisce la ricostituzione e l'apologia del fascismo. Le divise delle ronde nere, infatti, richiamano simboli di età fascista. "Da noi nessun reato". "La Guardia nazionale italiana è una onlus regolarmente registrata, come prescrive la legge e non crediamo ci possa essere alcun tipo di reato - ribatte vicepresidente della 'Guardia nazionale italiana', Maurizio Monti - Noi andiamo avanti, a meno che i tribunali ci dimostrano che abbiamo commesso dei reati. E' giusto che la magistratura indaghi, ma l'importante è che lo faccia con senso di giustizia", dice Monti che aggiunge: "Aspettiamo di vedere come si svolgeranno i fatti. Se dovessimo avere avvisi dalla procura i nostri legali prenderanno le dovute cautele del caso". Il ministero. Ieri il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ha criticato "gli esponenti della sinistra che si stanno stracciando le vesti" e ha sottolineato che iniziative come le 'ronde nere' di Milano saranno impossibili una volta approvato il disegno di legge sulla sicurezza che regolamenterà il fenomeno. Il decreto attuativo, infatti, ha aggiunto il sottosegretario, "indicherà che le associazioni di volontari, non armati, non potranno essere espressione né di forze politiche, né di organizzazioni sindacali, né di tifoserie organizzate. Si prevede inoltre - ha detto - che eventuali divise e marchi dovranno essere conformi allo spirito della disposizione, che intende promuovere il contributo volontario di cittadini alla sicurezza e non richiamare realtà paramilitari". I funzionari di polizia. "Non siamo affatto d'accordo con quanto ha sostenuto il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano", ribatte il segretario nazionale dell'associazione Funzionari di Polizia, Enzo Letizia. "Il decreto attuativo delle ronde, che regolerà l'iscrizione delle associazioni nel registro prefettizio di cui i sindaci potranno avvalersi per il controllo del territorio - aggiunge - potrà prevedere sanzioni o lo scioglimento delle ronde già istituite?". Se il decreto non lo prevede, secondo Letizia, "nessuno potrà impedire le ronde 'fai da te' ed assisteremo ad un proliferare dello spontaneismo nella vigilanza sul territorio". L'Udc. "Il governo intervenga subito per vietare le ronde nere di militanti neofascisti pronti a farsi giustizia come fossimo nel 'ventennio'. Avevamo messo in guardia sui rischi di un provvedimento demagogico e pericoloso come le ronde: oggi abbiamo il primo esempio di una giustizia sommaria fai da te che porterà solo danni al Paese e nessuna sicurezza", afferma il presidente dei senatori del l'Udc, Giampiero D'Alia. "Presenteremo un'interpellanza chiedendo al governo di vietarle per motivi di pubblica sicurezza: che siamo nere, rosse o verdi, le ronde - avverte D'Alia - sono la resa dello Stato e un vero rischio per i cittadini". (14 giugno 2009)
All'Msi di Milano presentazione dei "volontari" della Guardia Nazionale Italiana "In azione appena in vigore il ddl sicurezza". Minniti: "Colpo al cuore della democrazia" Milano, arrivano le ronde nere Il Pd: "Fermiamo questo delirio" Milano, arrivano le ronde nere Il Pd: "Fermiamo questo delirio" * Multimedia * LE IMMAGINI MILANO - Dicono di essere più di 2.000 in tutta Italia, pronti ad indossare una divisa per "collaborare con le autorità contro la delinquenza". Sono le "ronde nere": camicia kaki, basco con aquila imperiale romana, una fascia nera al braccio con impressa la "ruota solare" e pantaloni grigi. Sono i volontari della Guardia nazionale italiana, pronti a pattugliare le strade 24 ore su 24, affiancando le ronde padane, non appena sarà approvato dal Senato il disegno di legge sulla sicurezza. Sponsor l'Msi. L'iniziativa è stata presentata oggi a Milano, durante il primo convegno nazionale del Movimento sociale italiano-Destra italiana, che fornisce supporto logistico e finanziario e mette a disposizione le risorse per il progetto. Saya: "Volontari, ex agenti". Ispiratore politico della GNI, Gaetano Saya, rinviato a giudizio nel 2004 per aver diffuso "idee fondate sulla superiorità e l'odio razziale", lo stesso che qualche anno fa parlò degli immigrati come "un pericolo per la nostra razza". "Abbiamo superato ampiamente le duemila adesioni. Ogni giorno - spiega orgoglioso - ne arriva una valanga di nuove, soprattutto ex appartenenti alle forze dell'ordine". Comandante, ex ufficiale dei carabinieri. Il comandante della Guardia Nazionale Italiana è un colonnello dei carabinieri in riserva. Augusto Calzetta, 67 anni, carriera fra Genova e la Versilia, che vanta l'arresto di Ovidio Bompressi e le indagini sul mostro di Barbagli a Genova e sul sequestro dell'Achille Lauro. Un anno fa è stato arrestato dagli ex colleghi perché sospettato di essere coinvolto in una storiaccia di lucro sulle cremazioni: "Frottole: non c'entro niente". "Siamo apolitici". Della GNI ci tiene a dire che è "apolitica: né neri, né verdi, né gialli. E' una Onlus che vuole fare del bene ai cittadini. Vogliamo vigilare su determinate aeree, ma niente manganelli, elmetti e svastiche". Eppure gli elmetti fanno parte della divisa ufficiale. Chi mette i soldi? "Per ora ne abbiamo pochissimi. Speriamo nel governo". Cosa farete in concreto? "Andremo in giro nei posti malfamati, controlleremo e riferiremo a chi di dovere". Minniti: "Fermate questo delirio". "E' un colpo al cuore ai principi di ogni democrazia liberale", tuona il Pd. "Dopo le camicie verdi - afferma il responsabile sicurezza Marco Minniti - arrivano le camicie grigie promosse dall'Msi. Esatta la previsione di una cattiva "partitizzazione" della sicurezza nel nostro paese. Ora si faccia qualcosa per fermare questo sconcertante delirio". (13 giugno 2009)
All'Msi di Milano presentazione dei "volontari" della Guardia Nazionale Italiana "In azione appena in vigore il ddl sicurezza". Minniti: "Colpo al cuore della democrazia" Milano, arrivano le ronde nere Il Pd: "Fermiamo questo delirio" Milano, arrivano le ronde nere Il Pd: "Fermiamo questo delirio" * Multimedia * LE IMMAGINI MILANO - Dicono di essere più di 2.000 in tutta Italia, pronti ad indossare una divisa per "collaborare con le autorità contro la delinquenza". Sono le "ronde nere": camicia kaki, basco con aquila imperiale romana, una fascia nera al braccio con impressa la "ruota solare" e pantaloni grigi. Sono i volontari della Guardia nazionale italiana, pronti a pattugliare le strade 24 ore su 24, affiancando le ronde padane, non appena sarà approvato dal Senato il disegno di legge sulla sicurezza. Sponsor l'Msi. L'iniziativa è stata presentata oggi a Milano, durante il primo convegno nazionale del Movimento sociale italiano-Destra italiana, che fornisce supporto logistico e finanziario e mette a disposizione le risorse per il progetto. Saya: "Volontari, ex agenti". Ispiratore politico della GNI, Gaetano Saya, rinviato a giudizio nel 2004 per aver diffuso "idee fondate sulla superiorità e l'odio razziale", lo stesso che qualche anno fa parlò degli immigrati come "un pericolo per la nostra razza". "Abbiamo superato ampiamente le duemila adesioni. Ogni giorno - spiega orgoglioso - ne arriva una valanga di nuove, soprattutto ex appartenenti alle forze dell'ordine". Comandante, ex ufficiale dei carabinieri. Il comandante della Guardia Nazionale Italiana è un colonnello dei carabinieri in riserva. Augusto Calzetta, 67 anni, carriera fra Genova e la Versilia, che vanta l'arresto di Ovidio Bompressi e le indagini sul mostro di Barbagli a Genova e sul sequestro dell'Achille Lauro. Un anno fa è stato arrestato dagli ex colleghi perché sospettato di essere coinvolto in una storiaccia di lucro sulle cremazioni: "Frottole: non c'entro niente". "Siamo apolitici". Della GNI ci tiene a dire che è "apolitica: né neri, né verdi, né gialli. E' una Onlus che vuole fare del bene ai cittadini. Vogliamo vigilare su determinate aeree, ma niente manganelli, elmetti e svastiche". Eppure gli elmetti fanno parte della divisa ufficiale. Chi mette i soldi? "Per ora ne abbiamo pochissimi. Speriamo nel governo". Cosa farete in concreto? "Andremo in giro nei posti malfamati, controlleremo e riferiremo a chi di dovere". Minniti: "Fermate questo delirio". "E' un colpo al cuore ai principi di ogni democrazia liberale", tuona il Pd. "Dopo le camicie verdi - afferma il responsabile sicurezza Marco Minniti - arrivano le camicie grigie promosse dall'Msi. Esatta la previsione di una cattiva "partitizzazione" della sicurezza nel nostro paese. Ora si faccia qualcosa per fermare questo sconcertante delirio". (13 giugno 2009)
Ex detenuti per la sicurezza dei turisti Progetto della Regione per 426 ex reclusi che diventano "operatori per la sicurezza urbana" di Cristina Zagaria Arrivano le ronde. Ronde per i turisti, fatte da ex detenuti. Hanno tutti una casacca gialla, un cappellino e un tesserino di riconoscimento e sono ovunque, sguinzagliati in città. Sono ex detenuti, liberi grazie all´indulto o agli arresti domiciliari, con permesso del giudice, impegnati sul territorio come "Operatori per la sicurezza turistica urbana". A portare in strada gli ex carcerati è il progetto della Regione che si chiama "Escodentro", coinvolge 426 ex detenuti, sei istituti di formazione e una miriade di aziende, cooperative, società, su sette progetti differenti. Uno dei primi a partire, in questi giorni, è proprio quello rivolto ai turisti. "Sono esattamente il contrario delle ronde padane - precisa l´assessore alla Formazione della Regione, Corrado Gabriele - Sono ronde partenopee, cioè puntiamo sui soggetti più deboli e diamo loro dignità di accogliere e rappresentare la città". L´assessore previene anche le possibili polemiche. "È vero sono ex detenuti a cui affidiamo i turisti, ma hanno seguito un corso c´è sempre un tutor che li segue - attacca l´assessore - E poi chi meglio di un ex detenuto conosce i rischi della città?". Gli operatori per la sicurezza con le casacche gialle, coordinati da "Teleservizi It", sono nei punti strategici della città: Molo Beverello, Avvocata, porto, Mercato Pendino, San Lorenzo Vicaria. Sono una settantina e danno informazioni turistiche. Aiutano i gruppi ad attraversare la strada. Scortano le comitive che vogliono avventurarsi nei vicoli. L´esperienza sul campo arriva dopo 60 ore di teoria e durerà sei mesi. Ogni operatore riceve una borsa di accompagnamento di 500 euro al mese, mentre gli istituti di formazione hanno un contributo di 1000. "È un progetto da oltre un milione di euro rivolto a soggetti svantaggiati - chiarisce Gabriele - che portiamo avanti insieme a una miriade di altri progetti per aiutare i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro. La settimana scorsa sono, per esempio, partiti i corsi di formazione per hostess e steward per le navi da crociera". Cosa fanno gli ex detenuti del progetto "Escodentro"? "Sono vere e proprie scorte per i turisti" spiega Vincenzo Minopoli, della Mirea-group, uno degli istituti di vigilanza in campo. "Questi ragazzi hanno tanta voglia di fare - aggiunge Minopoli - I primi giorni c´è stato qualche problema per affiatare il gruppo e renderli meno irruenti con i turisti, ma se hanno un passato difficile, hanno anche tanta voglia di lavorare". "Noi siamo i primi, ma speriamo che altri ex detenuti possano entrare a far parte del progetto - dice Pietro Ioia, portavoce dei Don, Detenuti organizzati di Napoli - La Regione deve strapparli alla strada, deve fare prima della camorra". (13 giugno 2009)
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-06-14 Procura di Milano: indagine sulle 'ronde nere' La procura di Milano ha disposto accertamenti da parte degli agenti della Digos sulle cosiddette "ronde nere", il gruppo che vorrebbe collaborare con le forze dell'ordine in tema di sicurezza e che è stato presentato ieri a Milano composto per un terzo da ex membri delle forze dell'ordine legate al nuovo Msi di Gaetano Saya. Gli accertamenti, a quanto si è saputo, sono stati disposti dal procuratore aggiunto Armando Spataro, capo del pool antiterrorismo, d'intesa con il procuratore Manlio Minale. Allo stato non ci sono indagati e non vi è una ipotesi di reato che, comunque, potrebbe essere quella di una violazione delle legge Scelba che punisce la ricostituzione e l'apologia del fascismo. Le divise delle ronde nere, infatti, richiamano simboli di età fascista. Gli agenti della Digos analizzeranno filmati, notizie di stampa, sulla scorta delle quali è stato aperto un fascicolo, e redigeranno un rapporto da consegnare nei prossimi giorni alla Procura. Allora, a quanto si è saputo, sarà formulata una precisa ipotesi di reato. Il fondatore delle cosidette ronde nere, Gaetano Saya, era rimasto coinvolto in un'inchiesta della Procura di Genova su una sorta di polizia parallela, chiamata DSSA (Dipartimento studi strategici antiterrorismo). Ieri era stato il deputato del Pd Emanuele Fiano, membro del Copasir ed ex presidente della Comunità ebraica di Milano, ad auspicare che "la magistratura indaghi sulla natura di questa organizzazione per verificarne la sua costituzionalità e per evitare che l'Italia diventi il teatrino triste e pericoloso dei nostalgici di un tempo passato". Come per Fiano, anche secondo il capogruppo alla Camera dell'Idv, Massimo Donadi, queste ronde sono una conseguenza del ddl sulla sicurezza ed è per questo che "il governo - spiega - deve fare marcia indietro". Ma anche oggi la politica si sta mobilitando per fermare le "ronde nere": "Il governo intervenga subito per vietare le ronde nere di militanti neofascisti pronti a farsi giustizia come fossimo nel 'ventennio'" dice il capogruppo dell'Udc al Senato, Giampiero D'Alia. "Avevamo messo in guardia - aggiunge - sui rischi di un provvedimento demagogico e pericoloso come le ronde: oggi abbiamo il primo esempio di una giustizia sommaria fai da te che porterà solo danni al Paese e nessuna sicurezza". "Presenteremo - conclude - un'interpellanza chiedendo al governo di vietarle per motivi di pubblica sicurezza: che siamo nere, rosse o verdi, le ronde sono la resa dello Stato e un vero rischio per i cittadini". 14 giugno 2009
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2009-06-14 Sulle ronde nere indagine della Procura di Milano commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 14 giugno 2009 Ronde nere. Un delegato in divisa al convegno nazionale dell'Msi (Movimento sociale italiano), il 13 giugno 2009, a Milano. (Ansa) La procura di Milano ha disposto accertamenti da parte degli agenti della Digos sulle cosiddette "ronde nere", il gruppo presentato ieri a Milano dall'Msi che vorrebbe collaborare con le forze dell'ordine in tema di sicurezza. Gli accertamenti sono stati disposti dal procuratore aggiunto Armando Spataro, capo del pool antiterrorismo, d'intesa con il procuratore Manlio Minale. Allo stato non ci sono indagati e non vi è una precisa ipotesi di reato che, comunque, potrebbe essere quella di una violazione delle legge Scelba che punisce la ricostituzione e l'apologia del fascismo: le divise delle ronde nere, infatti, richiamano simboli di età fascista. Gli agenti della Digos analizzeranno filmati, notizie di stampa, sulla scorta delle quali è stato aperto un fascicolo, e redigeranno un rapporto da consegnare nei prossimi giorni alla Procura. Allora, a quanto si è saputo, sarà formulata una precisa ipotesi di reato. Il fondatore delle ronde nere, Gaetano Saya, era rimasto coinvolto in un'inchiesta della Procura di Genova su una sorta di polizia parallela, chiamata DSSA (Dipartimento studi strategici antiterrorismo). Intanto non si smorzano i toni della polemica politica sul ruolo dei cittadini volontari che vogliono affiancare le forze dell'ordine sul piano della sicurezza nelle città. Dura la presa di posizione di Felice Belisario, presidente dei senatori Idv: "La Lega, ancor prima che la legge sulle ronde entri in vigore, è riuscita a sdoganare il fascismo". "Noi questo pericolo - ha aggiunto - lo avevamo percepito sin dal primo momento. Adesso è intervenuta addirittura la Procura di Milano per fermare questi duemila fanatici dello squadrismo di estrema destra. Come durante il fascismo, anche questa volta le squadracce sono coperte dallo Stato, anzi a differenza di allora, quando la copertura era solo politica, le squadracce saranno presto coperte da una legge dello Stato". Di resa dello Stato parla l'Udc, che preannuncia azioni parlamentari: "Il governo intervenga subito per vietare le ronde nere di militanti neofascisti - ha detto il presidente dei senatori del l'Udc, Giampiero D'Alia - pronti a farsi giustizia come fossimo nel Ventennio. Avevamo messo in guardia sui rischi di un provvedimento demagogico e pericoloso come le ronde: oggi abbiamo il primo esempio di una giustizia sommaria fai da te che porterá solo danni al Paese e nessuna sicurezza". "Presenteremo un'interpellanza - ha continuato D'Alia - chiedendo al governo di vietarle per motivi di pubblica sicurezza: che siamo nere, rosse o verdi, le ronde sono la resa dello Stato e un vero rischio per i cittadini". In difesa delle ronde è sceso direttamente il ministro dell'Interno. "Le ronde? Va bene, chiamiamole così. Non abbiamo paura di chiamare le cose con il loro nome" ha detto Roberto Maroni in un discorso dal palco di un raduno leghista a Pontida: "Ci hanno accusato di voler ritornare alle camice nere, ma vogliamo solo la sicurezza dei nostri cittadini", ha sottolineato Maroni, che ha ricordato che tra poche settimane sarà approvato dal Parlamento l'ultima parte del Ddl sulla sicurezza. "Abbiamo già pronto - ha aggiunto il ministro - il regolamento per i cittadini che vogliono affiancare le forze dell'ordine nelle proprie città". Da registrare anche la presa di posizione del capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: "Mentre la sinistra fa inutili polemiche sui volontari per la sicurezza che, senza armi e senza compensi, potranno contribuire alla vigilanza nelle città, la giunta Bassolino affida il compito di proteggere i turisti a cooperative di ex detenuti. La cosa farneticante - ha aggiunto Gasparri - è che il loro assessore alla Formazione aggiunge che nessuno meglio degli ex detenuti conosce i pericoli della città. In Campania, mentre il governo Berlusconi cerca di darne un'immagine migliore, si finisce di offrire una sorta di pacchetto tutto incluso al turista, compreso il borseggio o la rapina da parte del pregiudicato sponsorizzato dalla Regione". 14 giugno 2009
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